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04.09.2015 ALICE'S A FONDO: A BOTTLE-FERMENTED MADONNA AND WHORE

In the last few years, I’ve tasted heaps of Prosecco colfondo, with the lees left in the bottle. They were often intriguing, at least for first sip or so. Yet, most of them tired my palate with their piddling fizz. Amici, an enjoyable (not to mention serious) sparkling wine needs to cleanse thy tongue. Bristling-ly.
Most, too, were one-note wonders and sempliciotti / simpletons, with obvious, over-lees-y toasted bread notes, and too much under-ripe grapefruit pith.
If Alice was going to make a colfondo, it wasn’t going to be hipster. There’s lots of bar chatter and Kool-Aid being swallowed about how these represent the ‘real’ Prosecco. That’s bullshit / Che stronzata! It’s just a another way to explore the Glera grape and Prosecco’s territorio and terroir. Another time and place for that, but to get into it just a little: Charmat / metodo Marinotti, bottle fermented metodo ancestrale / familiare / colfondo / a fondo, and, metodo classico are all *valid* – if different – forms of sparkling pleasure. Someone please write that article.
So what did I do with Alice’s a fondo (a riff on colfondo)? I took it from the fridge, having put it there the night before. I began to pour slowly, bending the non-flute* glass to the bottle, being careful to keep the wine mostly upright. As you all know, the wine that comes out at first is less torbido / cloudy, as you pour onwards, that changes.
As I drank, I realized that this bottle represented to me the best of that rare woman or man who’s both Madonna and Whore; innocent and miraculous, yet wild. (Attenzione! we’re not talking about a more mingled and polished dichotomy of the bourgeois-boheme). The wine’s savory and Winter’s Bone dry. Delicate, nuanced, edgy: celery salt, green apple, preserved lemons, grated ginger; and a flower you probably know better than I do. Grapefruit pith, talc, and all business in bocca, mi piace. As I fell more into the bottle, more grated ginger and sea salt (crudo! Come to me, my love!) With more air, a lovely spearmint note opened.
Le Vigne di Alice’s a fondo. As you say in italiano: non male.

Ernest Ifkovitz

*Never use flutes for sparkling wines; they restrict the naso from opening up for you. 

Le Vigne di Alice

09.10.2014 Un Post Scriptum sulla glera nella Guida ai vini 2015 de l'Espresso

Un Post Scriptum sulla Glera

Sì, dopo tutto quello che è stato detto, scritto sull’uva del Prosecco, la Glera appunto, Le Vigne di Alice, azienda al femminile di Carpesica di Vittorio Veneto, ha aggiunto il P.S. Integrale brut: la vendemmia è quella del 2012 e il P.S. è una Glera Integrale che significa con tutto quello che un vino naturalmente ha.

“ Dopo la prima fermentazione, di cui un 80% va in acciaio e il resto in tina grande – ci spiega Cinzia Canzian che insieme a Pier Francesca Bonicelli guida Le Vigne di Alice, il vino viene messo in bottiglia, tirage è il termine tecnico francese. Non aggiungiamo nulla, né zuccheri, né lieviti nè solfiti. La seconda fermentazione riparte su quello che è rimasto della prima, il metodo ancestrale alla francese”.

Il P.S. viene tappato subito con il tappo fungo, tipico degli spumanti e quindi non viene sboccato come un metodo classico tradizionale, e riposto a testa in giù, costantemente a contatto con il suo fondo.

“È un vino che nasce nel momento in cui si decide di stapparlo e anche in questo caso due possono essere le modalità di stappatura: si ripone in posizione verticale e in ghiaccio alcune ore prima aprendolo come uno spumante qualsiasi e degustandolo con i suoi fondi quindi leggermente torbido, oppure sboccandolo à la volée per ripulirlo del fondo e ottenere uno spumante più limpido”.

Grande soddisfazione quest’anno per il risultato su La Guida ai vini de L’Espresso 2015 che ha riconosciuto 17/20 proprio al P.S. Integrale Brut: “ accanto al profilo complesso del nuovo Pas dosé Angelo, spicca la bontà dell’integrale P.S., un invitante versione sur lie di Glera (leggi Prosecco) che non si finirebbe mai di bere”.

“Felicissime di questo risultato ma la strada da percorrere è ancora lunga – dice Cinzia Canzian – e la nostra passione per i fermentati in bottiglia in continua crescita”.

30.07.2014 Tradizioni e futuro - Anniversari e compleanni scegli il vino al femminile

Avanti e indietro nel tempo: è l’elastico di chi fa vino. Nutrirsi di tradizione, di fattori e pratiche ancestrali (pioggia, sole, luna, il processo “magico” delle fermentazioni sono sempre quelli dell’alba dell’uomo e dell’agricoltura consapevole) e innestare poi la marcia dell’innovazione per proiettarsi sempre avanti, verso il meglio. Sfornando nuovi vini. Nuovi progetti in bottiglia.
È dedicato – per esempio – al nonno, nonno Angelo (si chiama proprio così: Angelo), il nuovo vino (presentato al Vinitaly, ovviamente) di Le Vigne di Alice, azienda giovane, super smart, frizzante (produce tutti vini con le bolle) e tutta al femminile condotta da Cinzia Canzian e Pier Francesca Bonicelli in piena area Prosecco: e mette insieme il progetto fresco e di tendenza di un Metodo Classico non dosato, dunque fresco e teso, e con fermentazione pilotata da lieviti indigeni, dunque il più possibile “nature”, e il recupero, insieme al Pinot Nero, che ne è la classica sostanza, due antiche varietà locali da troppo trascurate: la Marzemina Bianca e la Boschera. Teso, netto, elegante, Angelo ha sorprendenti sentori di spezia (zafferano!, cannella) e di frutti esotici, ma anche la classica nota agrumata, qui appena smussata e “candita” dal lavoro della permanenza (42 mesi) sui lieviti.

22.04.2014 L'eco dell'Angelo a Bergamo

Non sosteranno per molto tempo, nelle immense cantina della Pietro Pellegrini spa di Cisano Bergamasco, le mille bottiglie di “Angelo”, il nuovo spumante Metodo Classico prodotto da Le Vigne di Alice, una piccola azienda spumantistica nella zona di Conegliano-Valdobbiadene che fa capo a due donne del vino: Cinzia Canzian e Pier Francesca Bonicelli. “Life is a bubble” è il loro simpatico slogan.

 

Pietro Pellegrini, grossista distributore di vini di qualità in mezza Italia e importatori di vini (una tradizione di generazioni a Cisano Bergamasco), è il distributore esclusivo dei vini delle Vigne di Alice e molti buongustai bergamaschi li acquistano in piena gioia, come mi è capitato di vedere ed assaggiare in qualche cena tra amici.

 

Due parole su questo nuovo vino, “Angelo”, pensato nel 2009 e dedicato al nonno di Cinzia Canzian, alla quale lascio la parola:« Mio nonno Angelo, con cui ho trascorso buona parte della mia giovinezza, passando le calde estati nei vigneti che coltivava con grande passione, mi ha insegnato molto quando ancora non toccavo vino, ma lui voleva che lo annusassi perché era convinto che, come per le persone, si possa riconoscere un vino fatto bene da uno fatto male solo annusando.

 

La sua grande passione era per il pinot nero, ma amava anche quei vitigni oggi ridotti a piccole estensioni come la boschera e la marzemina bianca, perfette diceva, per fare gli spumanti. Nel Veneto si sono coltivati molti vitigni: tra quelli di antica menzione (nel Seicento) anche la marzemina bianca o sciampagna, coltivata proprio nei colli trevigiani ed è grazie anche al lavoro di Veneto Agricoltura e dell’Istituto sperimentale di Conegliano che alcune varietà si sono mantenute ancor oggi, preservando il germoplasma viticolo del Veneto, se pur in estensioni piccole, tanto da essere destinate a ridotte produzioni, per uso familiare, o a uve da taglio, per dare struttura e personalità a un vino. Le aree viticole dove sono state recuperate più antiche varietà sono quelle della zona di Breganze (Vi), seguita dalla provincia di Treviso.

 

E proprio qui a Vittorio Veneto la Marzemina bianca si è sempre conservata così come la Boschera che è addirittura divenuta una varietà all’interno di una denominazione di origine. Così è nato Angelo, da questi ricordi e dal grande legame con lui, il nonno. Angelo è fatto da uve di pinot nero vinificato in bianco, boschera e marzemina bianca, vendemmia 2009. Vinificati separatamente e poi assemblati, solo acciaio durante la prima fermentazione, alcuni mesi di sosta sulle loro fecce e poi il tirage nell’aprile del 2010. Sboccatura marzo 2014. Pas dosé. Mille bottiglie per 1000 metri di vigna. Sui lieviti circa 4 anni». Fortunati coloro che potranno assaggiarlo.

10.04.2014 Il Prosecco favorito di Jamie Oliver?

 Il famoso chef Jamie Oliver sul blog omonimo parla del suo Prosecco preferito:

Alice Prosecco Superiore docg Le Vigne di Alice

Dry and elegant this most refreshing wine has a beautiful creamy texture. It´s a world-class!